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La crioconservazione degli ovociti è una procedura medica che consente alle donne di preservare i propri ovuli per un uso futuro, mantenendo la possibilità di concepire figli biologici. Questa tecnica ha guadagnato crescente popolarità negli ultimi anni, grazie alla sua capacità di offrire maggiore flessibilità nella pianificazione familiare. Molte donne, infatti, oggi scelgono di posticipare la maternità per motivi personali, di salute o di carriera e il congelamento degli ovociti rappresenta una soluzione ideale per salvaguardare la fertilità, e preziosa, soprattutto in un contesto in cui l’età e alcune condizioni mediche possono influenzare negativamente la capacità di concepire. Vediamo nel dettaglio tutto quello che occorre sapere al riguardo.

Crioconservazione ovociti: a cosa serve e perché conviene

Crioconservazione degli ovociti: cos’è?

La crioconservazione degli ovociti è una procedura che prevede la raccolta e il congelamento degli ovuli non fecondati per un futuro impiego. La procedura è stata sviluppata negli anni ’80 e la prima nascita da ovociti crioconservati è stata documentata nel 1986. Nel tempo, la tecnica si è evoluta grazie a miglioramenti nella tecnologia di congelamento, in particolare con l’introduzione della vitrificazione, un metodo che riduce il rischio di formazione di cristalli di ghiaccio che potrebbero danneggiare gli ovuli. L’ovocita viene congelato e conservato a temperature molto basse (circa -196°C) in azoto liquido, mantenendo intatte le sue proprietà biologiche per anni. Gli ovuli possono essere successivamente scongelati e utilizzati in trattamenti di fecondazione assistita, come la FIVET.

Crioconservazione degli ovociti: a cosa serve e in quali casi

La crioconservazione degli ovociti è utile e conviene in vari contesti, tra cui:

  • posticipazione della maternità per motivi personali o di carriera: molte donne sono spesso obbligate a rimandare la maternità, per motivazioni personali, di carriera, o semplicemente perché non hanno ancora trovato il partner giusto per avere figli. Poiché dopo i 35-40 anni la riserva ovarica inizia a diminuire, così come la qualità degli ovuli stessi, il congelamento degli ovociti permette loro di evitare la pressione del declino naturale della fertilità che avviene con l’età.
  • preservazione della fertilità per ragioni mediche: in casi di malattie come il cancro, i trattamenti chemioterapici o radioterapici possono danneggiare le ovaie e compromettere la capacità di concepire. Le donne con diagnosi oncologica possono dunque optare per il congelamento degli ovociti prima di iniziare il trattamento, preservando così la possibilità di avere figli biologici in futuro.
  • fecondazione assistita: alcune tecniche di PMA come la FIVET richiedono una stimolazione ovarica e il prelievo degli ovociti da fecondare con i gameti del partner. Più ovuli non utilizzati nei cicli a fresco possono essere crioconservati per tentativi di gravidanze future, ad esempio per un secondo figlio ed evitare una nuova stimolazione ovarica; talvolta questa procedura diventa utile quando bisogna preparare al meglio l’endometrio per accogliere l’embrione. In altri casi ovociti crioconservati possono essere donati per la fecondazione eterologa, a donne che non ne hanno.

Crioconservazione degli ovociti: rischi e tassi di gravidanza

Come ogni procedura medica, la crioconservazione degli ovociti presenta alcuni rischi e sfide, come nei seguenti casi:

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  • il processo di stimolazione ovarica, che serve a far maturare più ovociti contemporaneamente (in parte o tutti da avviare a crioconservazione) può comportare complicanze come la sindrome da iperstimolazione ovarica, un’evenienza estremamente rara, ma potenzialmente grave.
  • anche se il recupero dei gameti femminili è generalmente sicuro, esso comporta comunque un piccolo rischio di infezione o complicanze post-operatorie

Nelle mani di specialisti di provata esperienza tali rischi si abbattono pressoché totalmente. In termini di tassi di gravidanza invece? Il successo è sempre garantito? Ovviamente no, come nei cicli a fresco. In tal senso intervengono infatti numerosi fattori, come l’età della donna al momento del congelamento (gli ovuli raccolti da donne più giovani tendono a essere di migliore qualità e offrono maggiori possibilità di successo in termini di fecondazione e impianto). La percentuale di gravidanze ottenute con ovociti crioconservati varia anche in base al numero di gameti recuperati e al metodo di fecondazione utilizzato. In generale, il tasso di successo per ciclo di trasferimento embrionale dopo crioconservazione è comparabile a quello degli ovuli freschi.

Crioconservazione degli ovociti: a chi rivolgersi?

Per chi desidera intraprendere il percorso della crioconservazione degli ovociti, è importante affidarsi a strutture qualificate e con una lunga esperienza nel settore. Uno dei centri di eccellenza in Italia è sicuramente Raprui, specializzato in medicina della riproduzione e trattamenti per l’infertilità. La clinica offre un approccio multidisciplinare e personalizzato, avvalendosi di tecnologie all’avanguardia per garantire i migliori risultati possibili. Il team di esperti del Centro Raprui, infatti segue le pazienti in ogni fase del processo, dalla stimolazione ovarica alla raccolta degli ovociti, fino alla loro crioconservazione. La clinica si distingue per l’attenzione alla qualità del servizio e per l’uso delle tecniche più avanzate, come la vitrificazione, che permette una migliore conservazione degli ovociti. Scegliere una struttura qualificata come Raprui è essenziale per minimizzare i rischi e ottimizzare le possibilità di successo, garantendo un percorso sicuro e ben monitorato.

 

 

 

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