Posticipare la maternità è oggi una scelta sempre più diffusa. Questo avviene per la difficoltà di allacciare un rapporto di coppia stabile, per privilegiare la carriera o semplicemente perché si attende un momento di maggior equilibrio personale o di benessere economico.
Le possibilità di gravidanza però diminuiscono con l’aumentare dell’età e possono essere condizionate da fattori esterni come stili di vita sbagliati (fumo, alcool, alimentazione scorretta…) o da alcune patologie, sia in maniera diretta che indirettamente. Il primo caso è quello delle patologie ovariche (come, ad esempio, l’endometriosi), il secondo è quello delle terapie chirurgiche e mediche che riducono la funzionalità del tessuto ovarico (asportazione chirurgica dell’ovaio, chemioterapia…).
Se è vero che prevenire è meglio che curare, per quanto riguarda la fertilità femminile la prevenzione ha un nome preciso: vetrificazione, ovvero la preservazione a freddo degli ovuli per poterli riutilizzare in futuro.
Congelare gli ovuli: cosa è la vetrificazione
La vetrificazione è una tecnica di laboratorio che permette di congelare ovociti – e, eventualmente, embrioni – evitando all’interno e all’esterno delle cellule vitrificate la formazione di cristalli di ghiaccio. Rispetto alla classica tecnica di crioconservazione con congelamento lento (slow-freezing), è più efficace dal punto di vista della sopravvivenza degli ovuli e garantisce una percentuale maggiore di materiale biologico vivo al momento dello scongelamento.
Congelare gli ovuli: come funziona la vetrificazione
Gli step che precedono la vetrificazione sono gli stessi di una normale inseminazione in vitro.
Viene quindi realizzata una stimolazione ovarica al fine di aumentare il numero di ovuli ottenibili nel singolo ciclo, che vengono poi aspirati durate un intervento in sedazione.
Invece di essere inseminati e fecondati, però, gli ovociti vengono trattati con sostanze crioprotettrici e sono poi immersi e stoccati in azoto liquido a -196°. Non c’è un limite di tempo per la criocoservazione: il materiale biologico può essere conservato indefinitamente.
Congelare gli ovuli: quando farlo?
La vetrificazione è una tecnica in grado di aiutare chiunque abbia necessità di conservare gli ovuli per un periodo di tempo più o meno lungo per poterli utilizzare in futuro. Ciò può essere dovuto alla scelta o alla necessità di procrastinare la gravidanza per motivi medici ma può anche essere legato a motivazioni personali. Congelare gli ovuli è quindi consigliato per diverse categorie di donne, tra cui:
- Single Over 30. La fertilità femminile diminuisce progressivamente a partire dai 35 anni: secondo i dati del Registro nazionale di Procreazione Medicalmente Assistita dell’ISS, il periodo più fertile per una donna è quello che va dai 20 ai 25 anni; resta ancora alto fino a 35 anni, subisce un notevole calo fra i 35 e i 40 per arrivare a essere molto basso oltre i 40 anni. Tutto ciò accade per un fenomeno di progressivo esaurimento delle “scorte” di ovuli presenti nelle ovaie alla nascita, che come abbiamo visto può essere aggravato e accelerato da altri fattori, tra cui lo stile di vita e alcune patologie. Chi non ha in programma una gravidanza ma vuole ridurre il rischio di non riuscire a concepire naturalmente una volta arrivato il momento giusto, può conservare la sua fertilità nel momento di massimo potenziale, congelando e conservando gli ovuli.
- Donne che devono sottoporsi a trattamenti gonadotossici, come quelli radio o chemioterapici. Questi trattamenti possono danneggiare o deteriorare il tessuto ovarico, che in futuro potrebbe non essere più in grado di produrre ovuli. Grazie alla vetrificazione, chi deve sottoporsi a queste terapie può conservare i propri ovociti e usarli successivamente per ottenere una gravidanza dopo il trattamento.
- Donne che si stanno sottoponendo a un trattamento di PMA e hanno necessità di conservare il materiale biologico per un momento successivo, ad esempio:
- Donne che hanno iniziato un trattamento di PMA ma che per cause mediche non possono proseguire;
- Nei casi in cui al momento del prelievo ovocitario non siano disponibili spermatozoi per effettuare la fecondazione in vitro;
- Nel caso gli ovociti/embrioni siano in eccesso rispetto a quelli necessari per il trattamento di PMA, per un nuovo tentativo di fecondazione assistita senza ripetere la stimolazione o in previsione di una seconda gravidanza.
La vetrificazione è impiegata anche nell’ovodonazione, la fecondazione eterologa femminile: gli ovociti delle donatrici, infatti, possono non essere immediatamente fecondati con lo sperma del partner della coppia inferitile. In questi casi, i gameti vengono aspirati, sottoposti a vetrificazione e stoccati presso banche di gameti o centri di PMA autorizzati a cui le coppie o altri centri di PMA possono rivolgersi per ottenere il materiale biologico necessario al trattamento.
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