L’azoospermia è una delle cause di infertilità maschile ed è determinata da mancanza di spermatozoi nell’eiaculato. Le cause sono numerose, alcune trattabili ed altre irreversibili. Ecco come si fa la diagnosi e quali sono le soluzioni se si desidera un bambino.
Cos’è l’azoospermia
Il termine medico deriva dal greco “a”= assenza e “sperma”= spermatozoi. In un uomo sano si contano nell’eiaculato in genere 15 milioni /mL di spermatozoi o più. Livelli inferiori indicano oligozoospermia o oligospermia che può dare problemi di fertilità più o meno gravi a seconda dei valori. In presenza di azoospermia, non si rivelano spermatozoi misurabili, ovvero la conta risulta essere pari a zero. Questa condizione riguarda circa l’1% di tutti gli uomini ed il 10-15% di quelli affetti da sterilità. In base alle cause è possibile suddividere l’azoospermia in due tipologie distinte: l’azoospermia ostruttiva e quella non ostruttiva
Azoospermia ostruttiva
E’ tipica dei pazienti che hanno un blocco nel passaggio degli spermatozoi, in un qualunque punto dell’apparato riproduttivo, ma più comunemente nei deferenti e nei vasi, nell’epididimo o nei dotti eiaculatori. Ciò significa che i gameti vengono prodotti, ma non riescono ad uscire e quindi non risultano presenti nell’eiaculato. Le cause possono essere le seguenti:
- Trauma o lesioni
- Infezioni
- Infiammazione
- Precedenti interventi chirurgici nell’area pelvica
- Cisti
- Vasectomia
- Anomalie genetiche
Azoospermia non ostruttiva
In tal caso si è in presenza di una mancata produzione di spermatozoi (o marcatamente scarsa) di spermatozoi da parte dell’organismo. Questo può avvenire per i seguenti motivi:
- Varicocele
- Malattie genetiche (come la Sindrome di Kallmann o quella di Klinefelter)
- Squilibri ormonali e/o disturbi endocrini, come l’ipogonadismo ipogonadotropo o l’iperprolattinemia
- Eiaculazione retrograda
- Anorchia (mancanza dei testicoli)
- Ciptorchidismo (i testicoli non sono scesi nello scroto)
- Anomalie della spermatogenesi (l’organismo non riesce a produrre spermatozoi vivi o in grado di maturare)
- Infiammazione dei testicoli (orchite)
- Torsione testicolare
- Tumori
- Farmaci danneggiano la produzione di spermatozoi
- Radioterapia
Anche malattie come il diabete, la cirrosi epatica e l’insufficienza renale possono provocare azoospermia.
Come si fa la diagnosi di azoospermia?
Questa condizione non presenta sintomi di rilievo ed in genere viene scoperta quando si cerca di concepire un figlio lungamente senza successo. Lo specialista in fertilità, dopo un’attenta analisi e visita clinica può prescrivere una serie di test. Il primo essenziale è lo spermiogramma che misura la concentrazione degli spermatozoi nel liquido seminale insieme ad altri parametri (il volume, la motilità, la morfologia e l’eventuale presenza di agglutinazioni e globuli bianchi). Già questa semplice analisi può essere indicativa di un’azoospermia, ma vanno aggiunte altre indagini diagnostiche per comprendere la causa (se ostruttiva o meno) ed individuare così l’eventuale trattamento. Altri test sono:
- Misurazione dei livelli di testosterone e ormone follicolo-stimolante (FSH)
- Analisi genetiche
- Ecografie e/o radiografie dell’apparato riproduttivo per individuare eventuali cause ostruttive
- Test per escludere o confermare disturbi dell’ipotalamo o della ghiandola pituitaria.
- Biopsia tissutale, per comprendere se in qualche punto gli spermatozoi sono presenti e possono essere prelevati al fine di un’ICSI.
Azoospermia, quali soluzioni?
Le soluzioni all’azoospermia se si desidera un bambino ci sono, ma dipendono dalla motivazione sottostante. In cause ostruttive ad esempio, l’intervento chirurgico mirato alla rimozione del blocco può essere risolutivo. In presenza di alterazioni ormonali invece è possibile un trattamento farmacologico, in genere a base di ormone follicolo-stimolante (FSH), gonadotropina corionica umana (HCG), clomifene, anastrazolo e letrozolo. In altri casi può essere possibile recuperare spermatozoi dai testicoli o dall’epididimo grazie a sofisticate tecniche chirurgiche come la MESA e la TESA, per impiegarli in procedure di procreazione medicalmente assistita come la FIVET o l’ICSI. L’importante è rivolgersi sempre ad un centro per la fertilità qualificato che possa seguire il paziente dalla diagnosi di sterilità alla nascita del bambino.