Quale alimentazione nel periodo preparatorio alla fecondazione assistita? Quando si decide di avere un bambino è importante attivarsi in uno stile di vita sano, che parta da una dieta equilibrata, ricca di nutrienti importanti per il concepimento ed il corretto proseguo della gravidanza. Questo aspetto vale sempre, ma assume un maggiore valore se si affronta un percorso di fecondazione assistita. Vi spieghiamo perché e cosa fare.
Alimentazione e fertilità
Alcuni nutrienti sono essenziali per la fertilità, così come una dieta disordinata può essere correlata ad infertilità, soprattutto se comporta alterazioni nel peso (sottopeso, sovrappeso, obesità). È dunque fondamentale prestare attenzione a cosa si mangia prima di decidere di attivarsi nella ricerca di un bambino: il consiglio degli esperti è quello di iniziare a seguire una sana alimentazione almeno 2 o 3 mesi prima. Ciò è particolarmente vero se si affronta un percorso di fecondazione assistita, laddove l’organismo ha già difficoltà a concepire. Proteine animali e vegetali, carboidrati, acidi grassi, vitamine e sali minerali non devono mai mancare, ma nella giusta quantità quotidiana e ripartizione. È noto, infatti, come alcuni nutrienti influiscano sulla produzione di ormoni. Bilanciarli adeguatamente nelle varie fasi di una PMA aiuta ad affrontare meglio l’iter, soprattutto quando ci si sottopone a terapie ormonali come la stimolazione ovarica. La giusta alimentazione supporta l’assetto ormonale e al contempo contribuisce ad alleviare alcuni effetti collaterali dei trattamenti. Non solo: numerosi studi evidenziano come la dieta per la fertilità (ed in minor misura anche la mediterranea) sia correlata ad un maggior tasso di successo di fecondazione assistita.
L’alimentazione nella fecondazione assistita
Ogni percorso di fecondazione assistita deve essere estremamente personalizzato (in base alla diagnosi, alla storia clinica, ai precedenti tentativi, ecc.) ed affrontato con l’aiuto di un team di professionisti multidisciplinare, che contribuisca a valutare la coppia e a supportarla per la migliore riuscita dei trattamenti. Anche la consulenza nutrizionale rientra in questo approccio. L’obesità così come il sottopeso è nemica della fertilità, sia nell’uomo che nella donna e dunque prima di iniziare un percorso di PMA può essere utile perdere o acquisire qualche chilo, per predisporre l’organismo ad affrontare al meglio il concepimento e la gravidanza. Allo stesso modo è importante seguire una dieta equilibrata e adeguatamente nutriente. È una fase preparatoria essenziale: serve anche ad incrementare la qualità degli ovuli e degli spermatozoi. Vanno valutati i livelli di glicemia (regolatori dell’insulina, fondamentale, tra l’altro, per il corretto impianto dell’embrione), la presenza di patologie infiammatorie, così come eventuali carenze nutrizionali e se necessario può essere consigliata l’assunzione di integratori alimentari (come l’acido folico).
Alimentazione prima della fecondazione
Non esiste dunque un piano dietetico unico, valido per tutti, ma in linea generale è utile un’alimentazione varia e sana, con alcune accortezze, come le seguenti:
- Consumare adeguate quantità di frutta e verdura fresche
- Preferire: pasta e cereali integrali, proteine magre (come quelle delle carni bianche), acidi grassi omega 3 (presenti nel pesce, ma anche ad esempio nelle noci), olio extravergine d’oliva
- Ridurre l’assunzione di carni rosse ed alimenti altamente trasformati, con l’aggiunta di zuccheri, comprese le bevande (tipo i succhi di frutta industriali)
- Preferire prodotti biologici (privi di pesticidi ed ormoni)
Alimentazione nel periodo preparatorio della fecondazione
Nelle varie fasi della fecondazione assistita, l’assetto ormonale dell’organismo cambia ed è utile assecondarlo o correggerlo anche con l’ausilio dell’alimentazione. Ciò è particolarmente importante al momento della stimolazione ovarica: l’obiettivo di questo trattamento è quello di stimolare una maggiore produzione di follicoli ovarici che aumentano le quantità di estrogeni in circolo nel sangue. Ne consegue la necessità di un’alimentazione disintossicante per il fegato, onde evitare disturbi come il mal di testa, la nausea, il senso di gonfiore: utili in tal senso le verdure con il tipico gusto amaro come la cicoria; è importante inoltre per lo sviluppo dei follicoli e la qualità degli ovociti, l’assunzione di proteine magre e di grassi salubri (come gli omega 3). Da prediligere in più cibi ricchi di Vitamina D, E e Betacarotene. In caso di Pick-up ovocitario, occorre mantenere uno stile alimentare simile, con i medesimi preziosi nutrienti, ma mirare anche ad evitare la stipsi poiché può complicare il prelievo. Prima del transfer embrionale invece l’assetto degli ormoni è proiettato verso un aumento del progesterone, che induce ritenzione idrica: sarà particolarmente utile ridurre il consumo di sale e preferire cibi diuretici, nonché mantenere i livelli glicemici stabili per favorire l’attecchimento dell’embrione all’utero. Ciò è possibile equilibrando i vari nutrienti nei pasti e gli stessi nell’arco della giornata. E’ chiaro dunque che non esiste una dieta standard per favorire il successo di una fecondazione assistita, ma neppure una unica durante tutto l’iter. La consulenza nutrizionale è importante in ogni fase, poiché l’alimentazione va gestita in base alla risposta dell’organismo oltre che alla situazione di base.