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Il Pap test, o test di Papanicolaou, o come talvolta lo definiscono gli operatori sanitari, citologia cervicale, è un esame fondamentale nella prevenzione del tumore al collo dell’utero, una delle forme di cancro più diffuse tra le donne. Grazie a questo semplice e poco invasivo test di screening, è possibile individuare precocemente cellule anomale che potrebbero evolvere in forme tumorali. La diagnosi precoce è cruciale per intervenire tempestivamente e aumentare le possibilità di guarigione. Ma quando farlo, ogni quanto tempo? Come viene eseguito e quali sono le implicazioni di un risultato positivo? Scopriamolo insieme.

A cosa serve il Pap test?

Cos’è il Pap test e a cosa serve

Il Pap test prende il nome dal suo inventore, il medico greco-americano Georgios Papanicolaou, che lo sviluppò negli anni ’40. Questo esame di screening, serve a rilevare eventuali alterazioni cellulari nel collo dell’utero, note come displasie, che potrebbero rappresentare i primi segni di un tumore cervicale. Il test non rileva direttamente il cancro, ma evidenzia modificazioni cellulari che potrebbero indicare una predisposizione a svilupparlo. Altresì è utile per rilevare infezioni vaginali e altre anomalie che richiedono attenzione medica. Tuttavia, è importante sottolineare che non si tratta di un test per malattie sessualmente trasmissibili anche se a volte può individuare infezioni come il papillomavirus umano (HPV), che è strettamente legato allo sviluppo del tumore cervicale. L’obiettivo di questo test di screening è quindi quello di individuare precocemente anomalie che possano essere significative di un tumore e quindi di agire rapidamente con le dovute cure.

Quando si fa il Pap test

Il pap test a differenza che nel passato si accompagna ora ad un test per il papilloma virus (HPV), infezione considerata predisponente del tumore della cervice uterina. La periodicità tra i due varia. In Italia il primo è offerto gratuitamente dal SSN ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, mentre l’HPV-DNA test va fatto ogni 5 anni dopo i 30. Se il test HPV risulta positivo il Pap-test diventerà un esame che quindi diventa un esame chiarificatore, diagnostico, per individuare la presenza di eventuali alterazioni cellulari già in corso ed indirizzare eventualmente ad altre indagini come la colposcopia. Se la citologia cervicale è negativa, andrà ripetuta anno dopo anno. Tornando al test di Papanicolau, in presenza di determinati fattori di rischio, il medico ginecologo può raccomandare uno screening più frequente, come nei seguenti casi:

  • diagnosi di cancro cervicale
  • Pap test positivo a cellule precancerose.
  • esposizione al dietilstilbestrolo, chiamato anche DES, prima della nascita
  • infezione da HIV
  • sistema immunitario indebolito

Il periodo ideale per eseguirlo è tra il decimo ed il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale. Da evitare durante il flusso ematico per non influenzare i risultati.

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Come si fa il Pap test

Il Pap test è una procedura rapida e relativamente semplice. Viene eseguito durante una normale visita ginecologica, accompagnata da esame pelvico. Durante il test, la paziente è distesa su un lettino in posizione ginecologica. Il medico utilizza uno speculum, uno strumento che permette di tenere aperte le pareti vaginali per esporre il collo dell’utero. Con una piccola spatola o uno spazzolino, il medico raccoglie delicatamente delle cellule dalla superficie del collo dell’utero, che poi verranno poste su un vetrino o immerse in un liquido speciale per essere analizzate al microscopio. L’intera procedura dura solo pochi minuti e, sebbene possa essere leggermente fastidiosa, di solito non è dolorosa. Non richiede anestesia o preparazioni particolari.

Pap test: cosa fare se è positivo

Un risultato positivo al Pap test non indica necessariamente la presenza di un tumore. Spesso significa che sono state rilevate delle alterazioni cellulari, chiamate lesioni squamose intraepiteliali (SIL) o displasie, che potrebbero evolvere in cancro se non trattate. In questi casi, lo specialista può richiedere ulteriori indagini diagnostiche per chiarire la situazione, come la colposcopia, un esame che consente di esaminare più da vicino il collo dell’utero, o una biopsia per ottenere un campione di tessuto. Se le anomalie sono di basso grado, il medico può decidere di monitorarle nel tempo con controlli regolari. In caso di lesioni di alto grado, può essere necessario un trattamento, che potrebbe includere la rimozione delle cellule anomale attraverso varie tecniche, come la conizzazione o il laser. La diagnosi precoce e l’intervento tempestivo sono fondamentali per prevenire lo sviluppo del tumore. Per tutte queste procedure è opportuno rivolgersi prontamente a specialisti, come i professionisti del centro Raprui.

Pap test: che legame con la fertilità

Il Pap test di per sé non ha alcun impatto diretto sulla fertilità della donna: è un semplice screening diagnostico che in alcun modo può interferire con la capacità di concepire un bambino. Tuttavia, alcune condizioni che possono essere rilevate da questo esame, come le infezioni da HPV o altre degli organi genitali, potrebbero influire sulla fertilità se non trattate adeguatamente. Un motivo in più per sottoporsi allo screening se si è giovani. In rari casi, i trattamenti utilizzati per rimuovere cellule precancerose dal collo dell’utero possono influire sulla fertilità. Ad esempio, la conizzazione, una procedura chirurgica che rimuove una parte del collo dell’utero, può talvolta causare complicazioni che influenzano la capacità di portare a termine una gravidanza. Tuttavia, tali rischi sono generalmente bassi e vengono discussi attentamente con il medico prima di ogni intervento.

Pap test e il rapporto con la sessualità

Sebbene il Pap test sia spesso associato a situazioni legate alla salute sessuale, non deve essere confuso con un test per malattie sessualmente trasmissibili, anche se può suggerire contestualmente la presenza del papillomavirus umano (HPV), che si trasmette per via sessuale e che è la principale causa del tumore cervicale. Un esito positivo per l’HPV non è sinonimo di cancro, ma richiede un monitoraggio più attento. Dal punto di vista psicologico, molte donne possono sentirsi a disagio riguardo al Pap test, data la natura intima della procedura. È importante che il medico fornisca spiegazioni chiare e supporto per ridurre l’ansia legata all’esame.

 

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